Medici scrupolosi ed esami inutili
Ogni esame inutile toglie tempo e risorse a chi ne ha bisogno. Ma noi possiamo fare qualcosa?
C’è una scena che si ripete spesso nella mia mente.
Un paziente entra nello studio, racconta il suo problema. Il medico ascolta, fa domande, lo visita. Poi dice qualcosa come: “Stia tranquillo, non serve fare esami. Non c’è nulla di preoccupante.”
Il paziente annuisce, ma appena esce… scuote la testa.
“Mah. Tutto qui? Nemmeno un esame?”
Viviamo in un tempo in cui non fare qualcosa sembra automaticamente fare poco.
In cui il medico che non prescrive nulla viene percepito come superficiale.
E quello che ti dà una lista lunga di esami è considerato scrupoloso, competente, serio.
“Mi ha fatto fare 250 esami, è bravissimo.”
“Non mi ha dato nemmeno un integratore!”
“Non sarebbe meglio fare una TAC?”
Frasi che ho sentito più e più volte.
Ma è davvero così che si misura la qualità di una visita?
In questi mesi ho riflettuto molto su come ragioniamo sulla medicina.
Ho ascoltato medici, pazienti, specialisti, studenti.
E ho iniziato a vedere con chiarezza qualcosa che spesso non viene detto:
Fare medicina oggi significa anche avere il coraggio di dire “no”. Di parlare di incertezza.
No, quell’esame non serve.
No, non ha senso fare una risonanza “per sicurezza”.
No, un valore fuori norma nelle analisi non è per forza una malattia.
No, non posso darti una risposta certa, subito.
Eppure sappiamo tutti quanto sia difficile dire “no”, soprattutto a chi cerca rassicurazioni, certezze, magari dopo mesi d’ansia, dopo visite andate male, dopo notti passate su Google.
Ma dire “no” quando è giusto, è un atto di cura.
Un “no” che evita ansie inutili, costi inutili, attese inutili.
Un “no” che protegge chi ha davvero bisogno, in un sistema già fragile.
Lo vedo spesso nei tirocini: esami richiesti senza un vero perché, solo per “non rischiare”.
Esami del sangue inutili.
Accertamenti fuori contesto.
Tutto per “fare qualcosa”.
Tutto per paura di non fare abbastanza.
Ma questa è una medicina che, paradossalmente, rischia di fare di meno.
Perché satura le liste d’attesa.
Perché spreca risorse.
Perché confonde.
Ogni esame inutile toglie tempo a chi ne ha bisogno.
E noi quel tempo, quel denaro, quella attenzione… non ce li possiamo più permettere.
Spesso mi chiedono: “Ma non è meglio fare qualcosa in più, per scrupolo?”
E io rispondo con una domanda:
Scrupolo per chi?
Per il paziente o per il medico che vuole dormire tranquillo?
Per tutelare la salute o per difendersi da una denuncia?
Per aiutare davvero o per evitare di spiegare?
Perché spiegare è faticoso.
Spiegare che “non si può sapere tutto subito” è faticoso.
Spiegare che “quel valore sballato nelle analisi” non significa niente di grave, è faticoso.
Spiegare che “stare bene” non è solo questione di numeri perfetti, è faticoso.
Ma è proprio lì che sta la differenza tra chi cura e chi semplicemente esegue.
In questi giorni ho provato a raccontare tutto questo anche fuori da questa newsletter.
L’ho fatto con alcuni post su Instagram che hanno generato molti commenti.
Segno che questa frattura tra aspettative e realtà della medicina è qualcosa che molti sentono, anche senza saperlo esprimere bene.
E forse è anche per questo che ho scritto il mio nuovo libro:
📘 “Hai mai pensato di fare medicina?”
Un libro che non è un manuale, non è un romanzo, non è una guida per il test.
È un racconto: personale, riflessivo, pieno di dubbi e di storie.
Ci ho messo dentro le domande che mi porto dietro da quando ho lasciato economia per seguire la medicina.
E ci ho messo dentro anche tutto quello che penso oggi sulla sanità, sulle scelte difficili, sulle storture che vedo da studente e da cittadino.
Un libro per chi sogna di fare il medico.
Ma anche per chi vuole solo capire meglio la medicina.
Per chi è stanco delle semplificazioni, dei “basta volerlo”, delle frasi fatte.
Per chi vuole imparare ad accettare – con consapevolezza – anche un po’ di incertezza.
Se ti interessa leggerlo, lo trovi qui:
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E intanto, se ti va, raccontami:
💬 Ti è mai capitato di ricevere esami che non hai capito?
💬 O di uscire da una visita sentendoti “deluso” perché ti aspettavi di più?
Scrivimi. Leggo sempre tutto.
E anche oggi, grazie per avermi letto tu.
Con lentezza,
Gianluca
Complimenti. Ora purtroppo c'è il dottor Google e molti si fidano più di quello che dei medici veri e seri e propongono loro esami e terapie. Non funziona. Tu sarai un bravo medico!